Nella storia dell’alpinismo, non solo del Trentino, la guida alpina riveste un ruolo fondamentale nel supporto all’attività esplorativa delle Dolomiti e dei maggiori Gruppi a partire dalla fine dell’Ottocento, quando viaggiatori alpinisti inglesi, germanici, austriaci erano in competizione fra loro particolarmente nelle Dolomiti ritenute fino ad allora “impossibili”. Le guide alpine delle nostre vallate, in molte storiche occasioni – raccontate nella letteratura – hanno affiancato gli alpinisti più coraggiosi nella salita a cime fino ad allora mai violate. Come testimonia il primo annuario della SAT (Società degli alpinisti tridentini, la più numerosa sezione del Club Alpino italiano con oltre 27mila soci) nel Trentino le Guide alpine erano già attive ed affermate nel 1874.
Oggi gli ospiti turisti (soprattutto stranieri) hanno sostituito in gran parte i pionieri nelle Dolomiti e sui maggiori gruppi montuosi; la domanda di montagna è profondamente cambiata, ai nostri giorni la dimensione della performance ludico-sportiva (vedi nuove discipline sportive) spesso si sostituisce all’alpinismo classico. Le Guide alpine debbono saper leggere e interpretare questi cambiamenti avendo quale scopo primario la tutela e l’accompagnamento dei moderni fruitori delle Dolomiti e della montagna in generale.
Le Guide Alpine del Trentino, già ben stabilite e riconosciute e comunque in continua crescita professionale e tecnica (oltre al numero di professionisti), decisero di formare un’associazione a livello provinciale (Associazione Guide Alpine del Trentino, AGAT) che, grazie all’introduzione della Legge 2 gennaio 1989, n. 6 (Legge Quadro Nazionale per l’ordinamento della professione di Guida Alpina), recepita poi dalla Legge Provinciale 23 agosto 1993 n. 20, si trasformò in Collegio nel 1994 e, come si dice, il resto è storia…